Quando si parla di Fiera del Riso a Isola della Scala, non si parla solo di buon cibo. Certo, il profumo del Vialone Nano veronese Igp che invade l’aria è inconfondibile, ma questa manifestazione è qualcosa di più grande: è un pezzo di identità, di storia e di orgoglio di un intero territorio. Lo ha ricordato il sindaco Luigi Mirandola, aprendo ufficialmente la 57ª edizione della rassegna: «La Fiera non è solo di Isola, ma di tutti i Comuni che producono il primo riso in Italia a ottenere l’Igp. È un evento che racconta chi siamo».
Un messaggio forte, che ha fatto da filo conduttore alla cerimonia inaugurale di ieri sera, alla quale hanno partecipato numerosi rappresentanti delle istituzioni.
Politica e istituzioni al fianco del Vialone Nano
In prima fila c’era il presidente della Commissione agricoltura del Senato, Luca De Carlo, che non ha risparmiato i complimenti: «Il Vialone Nano è una delle eccellenze che fanno del Veneto una terra unica al mondo per qualità agroalimentare». Un concetto ribadito anche dall’europarlamentare Daniele Polato, che ha ricordato l’impegno in sede europea per tutelare le produzioni locali. Accanto a loro i parlamentari Ciro Maschio e Marco Padovani, i consiglieri regionali, il presidente della Provincia Flavio Pasini, tanti sindaci con la fascia tricolore, e figure istituzionali come il prefetto Demetrio Martino e il comandante provinciale dei Carabinieri Claudio Papagno. Presenze che dimostrano come la Fiera non sia un semplice evento gastronomico, ma una vetrina di valore nazionale e internazionale.
Da Vercelli, terra di risaie e di grande tradizione risicola, sono arrivati come ospiti speciali il sindaco Roberto Scheda e il presidente della Provincia Davide Gilardino, a confermare il legame tra territori che parlano la stessa lingua: quella del riso.
Fiera = lavoro, opportunità, comunità
L’amministratore unico dell’Ente Fiera, Roberto Venturi, ha voluto sottolineare il peso concreto che la manifestazione ha per il territorio: «Siamo orgogliosi di organizzare un evento conosciuto in tutta Italia e anche all’estero». E non è solo una questione di immagine: la Fiera coinvolge oltre 300 aziende e dà lavoro a più di 130 stagionali, tra cui tanti giovani e studenti. Una vera boccata d’ossigeno economica, che ogni anno garantisce sostegno a famiglie e realtà locali.
E non finisce qui. Il prossimo 29 settembre verranno presentati i risultati dell’Osservatorio sui consumi nazionali di riso, una ricerca che per il terzo anno consecutivo fotografa i gusti degli italiani. Un modo per capire come cambia il nostro rapporto con questo alimento e quali tendenze stanno emergendo.
Le novità dell’edizione 2025
Chi entra quest’anno nella Fiera non può non notare la nuova sala di ingresso. Qui è stata ricreata virtualmente una risaia, per immergere subito i visitatori nell’atmosfera delle campagne veronesi. Non solo: in collaborazione con l’Ente nazionale risi e il Ministero dell’Agricoltura è stata allestita una tavola speciale che propone i piatti tipici delle dodici regioni risicole italiane. Un vero e proprio viaggio tra sapori e tradizioni, che diventa anche un omaggio alla nostra cucina, candidata a diventare patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.
Un’idea giovane e innovativa, che dimostra come la Fiera non guardi solo al passato e alle sue radici, ma sappia anche rinnovarsi e lanciare messaggi forti a livello culturale e identitario.
Un evento che unisce generazioni
La Fiera del Riso è un appuntamento che mette insieme tutti: famiglie, ragazzi, appassionati di cucina e turisti. C’è chi viene per assaggiare i risotti classici, chi per scoprire nuove ricette, chi per curiosare tra gli stand delle aziende agricole e chi semplicemente per vivere l’atmosfera unica che si respira ad Isola della Scala in queste settimane.
In fondo, il segreto del successo sta qui: trasformare un prodotto della terra in un’occasione di comunità e condivisione, capace di resistere al tempo e di crescere anno dopo anno.
E mentre la 57ª edizione è appena cominciata, il messaggio che arriva forte è chiaro: il Vialone Nano non è solo un riso, ma un simbolo di identità, di tradizione e di futuro.