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Le prime pietre d’inciampo anche a Verona

Domenica 15 maggio alle 11, prima in Via Duomo 5 quindi in Vicolo Stella 6, verranno poste le prime “pietre d’inciampo” a ricordare Gilda Forti e Tullio Basevi, due cittadini ebrei veronesi vittime della ferocia nazifascista. La proposta di installare, anche a Verona, le “pietre d’inciampo”, in ricordo degli ebrei deportati, è dell’Associazione Figli della Shoah. Le “pietre d’inciampo”, in ricordo degli ebrei deportati e di tutti coloro che hanno subito un torto e sono stati privati della vita senza nessuna ragione d’essere, senza avere parte in causa né potersi difendere, è un’idea nata nel 1995 dall’artista tedesco Gunter Demnig con l’obiettivo di disseminare il territorio di un monumento diffuso che obblighi anche il passante più distratto a interrogarsi sulla vita e sulla sorte di milioni di persone uccise nei lager nazisti. In Italia le prime 30 “Pietre d’inciampo”, 80.000 in tutta Europa, sono state poste a Roma nel 2010 grazie al progetto curato da Adachiara Zevi. Tantissimi altri comuni italiani hanno seguito l’esempio per mantenere viva la memoria delle vittime del nazifascismo nei luoghi della vita quotidiana. A Verona, la richiesta presentata oltre un anno e mezzo fa al Comune, da Roberto Israel, a nome dell’Associazione Figli della Shoah, per il Patrocinio e il via libera, è stata approvata, a fine gennaio, su proposta del neo Assessore Nicola Spagnol che ha commentato con grande soddisfazione l’approvazione di questa che risulta essere la sua prima delibera dall’ entrata nella Giunta cittadina. La cerimonia, con l’intervento del Sindaco Federico Sboarina e dell’Assessore Nicola Spagnol, inizierà domenica 15 alle ore 11 davanti all’abitazione che fu di Gilda Forti e proseguirà alle 11,30 in Vicolo Stella davanti all’abitazione che fu di Tullio Basevi. Gilda Forti, ottava e ultima figlia di Leopoldo e Emila Basevi, era nata a Verona il 27 giugno 1896, fu arrestata a Verona, dalle ss. tedesche, il 24/11/1944, e trasferita prima a Bolzano quindi, il 20/12/1944, a Ravensbrueck dove morì in data non definita. Tullio Basevi, quinto dei dieci figli di Marco e Luigia Cuzzeri, nato a Verona il 29 giugno 1889, era un musicista e insegnante di musica. Arrestato dai nazisti, per la delazione di un cameriere, insieme alla cugina di Gilda Forti che si era trasferita a casa sua, e, come lei, trascinato fuori dalla propria casa senza la possibilità di portare alcun indumento o genere di conforto, dopo essere stato portato a Bolzano fu trasferito, il 20/12/1944 al campo di sterminio di Flossenburg con numero di matricola 40040, dove trovò la morte l’11/01/1945. Per entrambi il vicebrigadiere Felice Sena, “giusto” della Questura di Verona, aveva, nelle settimane precedenti l’arresto, presentato un rapporto con il quale si comunicava che le ricerche degli stessi avevano dato esito negativo, come documenta, dopo accurate ricerche nell’archivio di stato, nel suo ultimo libro Olinto Domenichini. Le prossime “pietre d’inciampo” ricorderanno Lina e Ruggero Jenna, pure loro assassinati nei lager.

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