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Le riflessioni del vice presidente della Polisportiva Borgo Trento 77 Paolo Padovani dopo il caso Rivoli

Le riflessioni del vice presidente della Polisportiva Borgo Trento 77 Paolo Padovani dopo il caso Rivoli

Fa ancora parlare e non potrebbe essere altrimenti il “fattaccio” dell’aggressione all’arbitro Bragantini nel finale della gara di Terza Categoria Rivoli-Borgo Trento. Il vice presidente e responsabile del sett. calcio della Polisportiva Borgo Trento 77 Paolo Padovani ha rilasciato queste dichiarazioni.

“La Polisportiva Borgo Trento non è sinora intervenuta nella vicenda, che l’ha vista coinvolta quale società ospite del Rivoli, e non vuole farlo a proposito dei fatti specifici perché c’è in corso ed in itinere una decisione della giustizia sportiva che non va influenzata, ma attesa e rispettata. 

Credo che però la vicenda debba portare, nel mondo calcistico dilettantistico, a due riflessioni. Gli arbitri, verso i quali spesso le società si lamentano, operano spesso (anche nelle partite dei ragazzini) in condizioni che certamente non aiutano a fare del calcio uno sport amato, con gravi danni per tutto il nostro mondo, soprattutto per chi gestisce settori giovanili; se si osserva la foto allegata (scattata dal sottoscritto un attimo prima del “fattaccio”) se si osservano i volti fuori e dentro dal campo, c’è da chiedersi la condizione psicologica di un direttore di gara, dal punto di vista umano prima che sportivo che si trova “solo contro tutti”. Sbagliano anche gli arbitri, ma questo episodio deve servire a tutto il mondo del calcio dilettantistico per un attimo di riflessione, generale, perché anche nella vita sociale il “rispetto dell’autorità” viene sempre meno, è il caso che cominciamo, a partire dai ragazzini (e i genitori) ad educare in tal senso.

In secondo luogo credo che le società sportive, tutte, debbano allontanare protagonisti di episodi che nulla hanno a che fare con lo sport, non tanto con il calcio, e ciò andrebbe fatto a prescindere dalla giustizia sportiva. E questo va fatto sin dai settori giovanili nei quali, anche la scrivente associazione sportiva, cerca di “recuperare” qualche ragazzo che va educato allo sport, ma non esita a rinunciare, allontanandoli, coloro che non capiscono il senso dello sport.

Con ciò non si vuole parlare della società Rivoli (che come tutte le associazioni sono composte da volontari dediti a ragazzi e ragazzini), a sua volta probabilmente vittima di un gesto inconsulto di un proprio tesserato, quanto trasformare un episodio assolutamente negativo in tema di riflessione e confronto di un ambiente sportivo dilettantistico. E, parere personale, un’apertura al confronto tra Associazioni, Federazione ed arbitri a livello locale potrebbe aiutare.

Nello stesso tempo resta centrale la salute dell’arbitro vittima dell’aggressione nei confronti del quale ci associamo nell’augurio di pronta e piena guarigione che viene da tutto il panorama locale dello sport”.

 

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