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Mercato videogame: 2,2 miliardi di fatturato. I dati da conoscere

L’IIDEA, l’associazione di categoria per quanto riguarda l’industria dei videogiochi, ha fornito l’annuale report per quanto riguarda il settore dei videogames. L’Italia ha giro d’affari pari 2,2 miliardi di euro, con un decremento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2021. Una contrazione negativa riguarda tutto ciò che concerne il settore software, segmento che rappresenta oltre l’80% del mercato digitale in Italia. Un segno positivo è invece posizionato di fronte ai dati relativi alle vendite dei software nei negozi, con un +5,2%,.

Parlando invece di numeri in relazione alla quantità di videogiocatori in Italia: in tutto sono 14,2 milioni, includendo tutte le fasce d’età, dai giovanissimi (6 anni) in su. L’età media, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è di 29,8. Oltre l’80% dei giocatori, secondo le stime, sono maggiorenni mentre meno del 20% sono coloro che hanno tra i 6 e i 17 anni. Spostando ora il focus su quale sia lo strumento preferito per il gioco, spicca tra tutti lo smartphone, utilizzato dal 69,7% degli utenti. Seguono la console (45,8%) e al gradino più basso del podio si accomoda il PC (38%). Un altro dato da evidenziare riguarda il tempo medio di gioco: durante i tempi pandemici era ovviamente cresciuto fino ad arrivare alle 8,67 ore settimanali, i dati ora riportati dimostrano un ritorno su cifre più basse, 7,52 ore, sempre su base settimanale.

Un aspetto importante da tenere in considerazione è legato anche ai dati relativi agli occupati del settore, i veri motori di questa industria. Sono aumentati del 50%, segno di una crescita esponenziale del settore e soprattutto con ampi margini di miglioramento nell’immediato futuro. La stragrande maggioranza di questi lavoratori (oltre l’80%) ha un’età inferiore ai 36 anni, ma solo 1 su 4 è una donna.

Resta però un dato rilevante quello riguardo alle imprese, in particolare la loro dimensione. Se è vero che l’industria videoludica cresce, con un fatturato pari al +30% rispetto al 2021, i risultati difficilmente possono superare il varco italiano, tutt’al più quello europeo. In Italia, infatti, il panorama è dominato da start up di piccole e medie dimensioni che poco possono fare rispetto ai colossi che operano nel mondo statunitense, capaci di mettere sul campo ben altri investimenti dal punto di visto economico. Riguardo quest’ultimo aspetto, sono stati fatti passi in avanti nella realtà del Belpaese. Se nel 2021 la maggioranza di queste imprese contava solo su risparmi propri, nel 2022 è aumentata la percentuale di realtà che si affidano ad un finanziamento esterno, che si tratti di istituzioni pubbliche o di altre imprese private.

Il sottosegretario di Stato, Lucia Borgonzoni, ha preso la parola a margine della presentazione di questi dati, avvenuta a Roma. La senatrice ha ribadito la centralità di questo mercato tanto dal punto di vista economico quanto culturale, sottolineando inoltre una speciale tassazione che vantano queste imprese (il riferimento è al tax credit, pensata appositamente per chi si occupa di produzione di videogiochi).

L’interesse degli italiani per il mondo del gaming è dunque rilevante. Le cifre sono significative, ma anche le sfaccettature del fenomeno. Talvolta sotto il termine di “gaming” vengono considerati anche comparti come quello delle sale da gioco virtuali. Le informazioni di un blog sulle slot machine ad esempio rendono bene l’idea di come sia ampia l’offerta anche lontano dalle tradizionali console o giochi per pc. Lo stesso discorso vale per le semplici app per smartphone e tablet, con cataloghi sempre ricchi e in continuo aggiornamento.

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