L’Hellas Verona riesce a dare continuità e torna al successo, al Bentegodi, battendo il Pescara. Fabio Grosso, che non può disporre dei due terzini titolari al Vigorito, schiera, a sorpresa, Ragusa, esterno basso a destra, ed Eupereur, a sinistra, confermando, e questa è per lui abbastanza una novità, i rimanenti nove di Benevento. Pronti via e il Pescara va vicinissimo alla segnatura. Una palla in profondità non è controllata da Dawidowicz e male intercettata da Silvestri che però si riscatta, con un balzo felino sulla ribattuta, quasi a colpo sicuro, di Mancuso. Si riprende subito l’Hellas che inizia la sua ormai caratteristica ragnatela di passaggi che ogni tanto aprono varchi nei quali s’infilano, a turno, i centrocampisti. Poco dopo il decimo su azione d’angolo degli abruzzesi, grande contropiede scaligero e Matos lancia in profondità Lee che si trova davanti al portiere, ma lo centra in pieno. Passano pochi minuti e il vantaggio gialloblù si concretizza. Andrea Danzi, il veronese doc che Pecchia aveva lanciato lo scorso campionato in serie A, s’impossessa della palla sulla tre quarti e, non trovando ostacoli, dai venticinque metri scaglia un potente diagonale che bacia il palo e si adagia in fondo alla rete. Al ventesimo, per un’entrata a gamba tesa, Marrone finisce sul taccuino dell’arbitro. Alla mezzora, bello scambio Ragusa Matos con tiro del brasiliano troppo centrale. Sulla successiva azione Marras brucia in velocità Empereur e, dal fondo, traversa per Monachello che, incredibilmente, dal limite dell’area piccola, spedisce alto. Giallo anche per Gustafson che ferma una ripartenza abruzzese. Poco prima del quarantesimo bell’azione Lee, De Carmine che, di tacco, smarca Zaccagni, a centro area, su di lui interviene fallosamente Gravillon e l’arbitro decreta, senza esitazione, il rigore che De Carmine trasforma spiazzando il portiere. Al quarantaquattresimo, al termine di una serie di ottimi passaggi, Zaccagni si trova solo davanti al portiere ma, come Lee, lo centra in pieno. Si va al riposo con il doppio vantaggio frutto di una maggior concretezza degli scaligeri che finalizzano buona parte delle opportunità avute mentre la squadra di Pillon, oltre a sbagliare, sotto porta, denota diverse crepe in fase difensiva. La ripresa vede subito l’Hellas spingersi in avanti e De Carmine, peccando di eccesivo altruismo, cerca di servire Zaccagni quando forse era meglio tirare visto la vicinanza alla porta. Al quarto minuto l’Hellas cala il tris. Zaccagni lancia Lee che dopo una sgroppata entusiasmante traversa violentemente e De Grosso, nel disperato tentativo di anticipare De Carmine, insacca il più classico degli autogoal. Al quarto d’ora De Carmine serve Matos il cui tiro è deviato in angolo e, dopo che Silvestri era stato molto bravo a salvarsi in corner su Monachello, arriva, poco dopo il ventesimo, la rete pescarese. Machin irride la difesa e appoggia a Mancuso che, da sotto misura, insacca. Nell’occasione s’infortuna Ragusa che deve lasciare il posto ad Almici. Al venticinquesimo Lee diventa protagonista, con una serie di numeri acrobatici, si presenta davanti al portiere, dove è messo a terra, ma per l’arbitro tutto è regolare. Proteste del pubblico. Alla mezzora standing ovation per Danzi che lascia il posto a Laribi. Grosso richiama un ottimo Zaccagni per il ritrovato Henderson. In pieno recupero una delle azioni più belle della partita. Laribi parte sulla destra, salta un paio d’avversari, e, dal fondo, traversa per Di Carmino che anticipa il difensore, ma colpisce in pieno il palo. Finisce con gli scaligeri che salgono, con 25 punti, al sesto posto, a 1 punto da Pescara e Lecce che hanno, però, una partita in più. Domenica, in attesa di vedere realizzarsi il vecchio detto del non c’è due senza tre, trasferta pericolosa e impegnativa a Livorno.