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Un altro calcio è ancora possibile

Nell’ambito del 4° Festival del Giornalismo di Verona, organizzato da Heraldo, la testata giornalistica veronese, con la perfetta regia di Ernesto Kieffer, si è tenuto, in collaborazione l’Associazione Culturale Ineditamente, nella sala civica di Povegliano il secondo appuntamento dell’Extra Festival, con un tema, sportivo e civico d’attualità, “Un altro calcio è possibile”. Sono intervenuti: Riccardo Cucchi, voce storica sportiva di Radio Rai e autore del libro dallo stesso titolo del convegno, Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International Italia e, in video saluto, Matteo Marani, giornalista di Sky Sport e Presidente della Lega Pro di calcio (foto) ha moderato l’incontro la giornalista Francesca Castagna. Dopo il saluto di benvenuto della Sindaca di Povegliano Roberta Tedeschi è stato visionato il video saluto di Matteo Marani, il quale, dopo essersi, più volte, scusato per non essere presente causa impegni istituzionali, la parola è passata a Riccardo Cucchi che, dopo aver messo in risalto come, nella copertina del suo libro si vedano quattro ragazzini e una ragazzina che giocano a pallone in strada, cosa che anche lui ha fatto in gioventù, cosa molto abituale una volta ma che ora non si vede, purtroppo, più. Ha ricordato come dal calcio romantico di un tempo si sia passati, sia nello sport praticato ma anche in quello raccontato, a situazioni che allontano sempre  più la passione del gioco del calcio dove, oggi, solo i petrodollari anche se sporchi di sangue fanno interesse. Ha citato alcuni episodi che hanno evidenziato la statura morale di chi li ha interpretati. Prima di tutti ha ricordato Gianni Minà, noto giornalista Rai, che durante i mondiali del 1978 in Argentina prima andò ad intervistare le madri dei Desaparecidos poi, durante una conferenza stampa di uno dei massimi esponenti della dittatura militare ebbe il coraggio di chiedere notizie degli stessi. Però lui stesso sostiene che si tratta un caso eccezionale perché anche i giornalisti, molto spesso, si adeguano a quelle che sono le censure imposte dai paesi ospitanti. Negli ultimi mondiali in Qatar, al portiere e capitano della nazionale tedesca Manuel Neuer fu impedito di mettersi al braccio la fascia con i colori dell’arcobaleno, in quanto nel paese del golfo è proibita la libertà sessuale, che l’arcobaleno rappresenta. Nella foto d’apertura degli stessi mondiali tutti i componenti della nazionale tedesca si fotografarono con una mano davanti alla bocca come simbolo della censura imposta. Detta foto non apparve in nessun organo d’informazione né in  video né in stampa ma, grazie alle nuove tecnologie, dopo pochi minuti aveva già invaso il web. Ha ricordato come anche nel nostro campionato le società, invece di prendere provvedimenti nei riguardi di chi manifesta rigurgiti di antisemitismo e di razzismo, facciano talvolta orecchie da mercante. Ha citato l’esempio di quando l’Udinese aveva fatto, nel 1989, sottoscrivere un contratto all’israeliano Ronny Rosenthal capocannoniere e vincitore con il Bruges del campionato belga, ma, la frangia più estrema del tifo friulano, contestò la scelta della società, con scritte sui muri della sede “Rosenthal vai nei forni” firmato Htb (Holligans-Teddy-Boys) oltre a lettere minatorie siglate con la svastica. Il Presidente Pozzo decise, allora, di stracciare il contratto e il giocatore si trasferì al Liverpool, squadra con la quale ha poi vinto un campionato e una Coppa d’Inghilterra. Si è detto poi molto dispiaciuto quando ha visto Messi, dopo i successi con la sua nazionale farsi le fotografie, invece che con la maglia bianca e celeste dell’Argentina, con il pastrano tanto caro ai suoi datori di lavoro arabi. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, ha voluto ricordare come deva partire, prima di tutto dalle famiglie, lo spirito di antirazzismo e di antiapartheid, ma anche le stesse società calcistiche devono impegnarsi ad educare, soprattutto i ragazzi più giovani in quelle che sono la lotta alle discriminazioni e all’anti diverso. Nella sua città, Cagliari, la squadra allenata da Claudio Ranieri, va, sistematicamente, nelle scuole elementari per divulgare questo senso di fratellanza e avversione al razzismo. La serata si è conclusa con diverse domande da parte del pubblico e, con Riccardo Cucchi che ha firmato, con dediche, le copie della sua ultima opera.

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