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Indagine Nomisma Wine Monitor: l’Amarone cresce ancora in valore, nel 2022

 Giù i volumi all’estero. Marchesini, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella: denominazione in equilibrio, bene, la stabilizzazione di superficie.

Calano i volumi, crescono i valori per le vendite di Amarone in Italia e nel mondo, nel 2022. Con gli Stati Uniti, sempre più mercato estero di riferimento, che hanno messo la freccia e superato gli altri 2 top buyers (Canada e Svizzera). Complessivamente, secondo l’indagine realizzata, per il Consorzio Tutela Vini della Valpolicella, da Nomisma Wine Monitor, il re della Valpolicella fissa la propria ultima performance con una contrazione in volume del 7,2%, a fronte di un valore in crescita del 4%, a circa 360 milioni di euro franco cantina. Meglio il mercato interno – che incide circa il 40% sulle vendite totali – rispetto all’export: in positivo sia i volumi (+1,5%) che i valori (7,4%) per la piazza italiana; -13%, invece, il quantitativo esportato e crescita valoriale dell’1,8%. “Il 2021 è stato un anno eccezionale sul piano delle vendite – ha detto il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini –  ed è servito, per consolidare la crescita, con risultati meno eclatanti, ma, comunque significativi. Lo testimoniano anche gli imbottigliamenti, che registrano un incremento del 12% rispetto al precovid (2019), per un’annata commerciale che è stata comunque la seconda migliore del decennio, con oltre 17 milioni di bottiglie immesse sul mercato. La denominazione – ha proseguito – si conferma in equilibrio, grazie anche a una stabilizzazione finalmente raggiunta sul fronte della superficie vitata dopo il blocco degli impianti del 2019”. Gli Stati Uniti guidano la classifica in valore dell’export, con un incremento del 24% e un’incidenza sulle vendite oltre frontiera del 14%. Seguono, a ruota, Canada – che sale in valore del 16% – e Svizzera (+2%). Tra i mercati di sbocco, Regno Unito, per eventuali in leggera decrescita (-2%); male la Germania che perde quota (-15%), mentre incrementa ancora la Svezia (+6%). Riparte l’emergente Cina con +22% mentre frena la Danimarca, a -7%. “La crescita dell’Amarone sul mercato nazionale è legata soprattutto al recupero dei consumi fuori-casa e in particolare presso la ristorazione, che ha potuto beneficiare del ritorno dei turisti stranieri, aumentati nei primi dieci mesi del 2022 di oltre il 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, sottolinea Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor di Nomisma. Dati importanti, che permettono una visione completa del mercato e, al tempo, di studiarne il comportamento. Comunque, importante è che, di fronte alla diminuzione di export in alcuni Paesi, maggiore sia la richiesta, da parte di altri, il tutto essendo sostenuto fortemente dal consumo interno, nella ristorazione. Altri dati: oltre 2400 aziende, tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori operano su un territorio di produzione che si estende in 19 comuni della provincia di Verona, dalla Valpolicella fino alla città scaligera che detiene il primato del vigneto urbano più grande dello Stivale, 8600 ettari di vigneto e un giro d’affari di oltre 600 milioni di euro, di cui più della metà riferiti alle performance dell’Amarone. È l’istantanea del Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella, che, con oltre l’80% di rappresentatività, tutela e promuove la denominazione in Italia e nel mondo.

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