Radio RCS

Toni Capuozzo incanta il pubblico di Cerro

Straordinario successo dell’iniziativa promossa dall’ Associazione Culturale Contrada dei Miracoli che, in collaborazione con il Comune e il Coordinamento delle Associazioni di Cerro Veronese, ha ideato e organizzato Mescolanze: “Il festival diffuso”. La serata, nel Teatro di Cerro, promossa da Mescolanze con ospite il giornalista e scrittore Toni Capuozzo, ha avuto un successo strepitoso mai, si era visto, a Cerro, il teatro così pieno, sia in platea sia in galleria tutti i posti erano occupati e molte persone sono rimaste in piedi. Toni Capuozzo, accompagnato dall’inseparabile cagnolino Decio, con i racconti delle sue esperienze in molte parti del mondo, ha ammaliato il pubblico che, sovente, lo ha interrotto con convinti e calorosi applausi. Con lui hanno dialogato il giornalista Matteo Scolari, direttore della rivista Pantheon e Miriam Catania dell’ufficio stampa di Mescolanze. Proprio Miriam ha aperto le danze chiedendogli dei suoi stati d’animo (paura) quando si è trovato in zone di guerra. Toni, a cui la dialettica non manca, è partito dalle sue prime esperienze da bambino per poi arrivare a raccontare delle varie situazioni, anche drammatiche, in cui si è trovato dall’Afganistan, all’Iraq, a Sarajevo. Quando i suoi racconti si facevano particolarmente interessanti e scoppiavano gli applausi, Decio si alzava e Toni, simpaticamente, diceva che il cagnolino pensava che fossero per lui che li gradiva molto anche se non sapeva fare l’inchino. Nei racconti ha parlato anche dei rischi che lui e i cameramen che lo accompagnavano hanno corso, soprattutto in Iraq dove temevano di essere catturati e si erano riproposti, lui e il suo collaboratore, di tentare, in ogni caso, la fuga perché, morte per morte, era meglio che arrivasse in un tentativo di evasione piuttosto che in modo più atroce. Arrivando ai giorni nostri, con la guerra in Ucraina, ha chiaramente fatto intendere come la cosa sia, prima sfuggita di mano, soprattutto all’Europa che non ha capito come, dal 2014 la situazione fosse già incandescente poi ha, anche se velatamente, criticato il nostro paese che, al contrario del periodo quando governavano Craxi e Andreotti, e il nostro paese era un sincero alleato degli Stati Uniti, ma con una propria personalità, vedi Sigonella,  adesso si è dimostrato supino e servile e, anche andando contro la nostra Costituzione, che ripudia la guerra, invece di inviare aiuti umanitari invia armi che, da una parte e dall’altra fanno purtroppo sempre vittime. Parlando, dell’Estremo Oriente ha dichiarato di non conoscere molto bene la Cina ma, di apprezzare come, senza guerre o armi, lentamente stia diventando determinante in Africa. Parlando poi dell’immigrazione ha sostenuto che, avendo noi, Italia, bisogno di manodopera, è meglio cercare di favorire gli ingressi legali, con visti e corsi di formazione, piuttosto che dover sanare arrivi illegali, anche perché la maggioranza degli immigrati arrivano da zone non di guerra e di persecuzione. Le uniche persone che avrebbero questo diritto, a suo giudizio, ma non ne arrivano, sarebbero le donne afgane. Per quanto riguarda il ruolo e l’autonomia del giornalista ha sottolineato come il giornalista assunto con contratto da un editore faccia molta fatica ad esprimersi in piena libertà cosa invece permessa ad un freelance che opera a partita Iva.

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